26 settembre 2007

The Presets


Buio, sudore, bagliori strobo, laser e una voce che urla: “I Wanna Go Down Down Down!”. Voglio scendere in basso, toccare il fondo dell’abisso senza farmi riconoscere, maschere di plastica a deformare il volto, voci distorte e pupille dilatate, è questa l’atmosfera inquieta che popola la musica degli australiani The Presets risorti dalle ceneri dell’electroclash in questo periodo in cui il revival acid house è tanto cool.(Ma lo è ancora?) Scoperti dell’osannata etichetta australiana Modular e messi sotto contratto europeo dall’International Deejay Gigolo immaginavo Julian Hamilton e Kim Moyes come due alienati schizoidi e invece mi trovo davanti due sorridenti ragazzoni in bermuda, tshirt e flip-flop insomma un look da ready for the beach. Rimango un po’ deluso lo ammetto perché amo la coerenza ma metto da parte i pregiudizi e inizio a parlare con il duo, gentilissimo, del loro primo album Beams.

Quando hanno iniziato a girare i vostri primi singoli eravate associati all’electroclash, oggi invece siete diventati nu rave, non sarebbe più bello un mondo senza generi dove ognuno è quello che suona e basta?
Kim: Il paradiso esiste davvero? A noi non interessano queste etichette davvero, servono solo a far parlare della band, poi tanto è la nostra musica a prendere la parola. Il nu rave mischia il rock e la dance ma noi onestamente di rock abbiamo solo una batteria che suoniamo dal vivo, siamo una band techno con una batteria live, come succedeva nelle band disco, prima che fosse inventata la drum machine.
Julian: Io vedo The Presets più come un progetto pop perché le nostre canzoni sì, si possono ballare, ma anche solo ascoltare a differenza della techno, noi abbiamo cercato di rendere la nostra musica ascoltabile anche per le persone che non frequentano la scena dei club.

Oltre ai pezzi più da club ci sono episodi strumentali alla Giorgio Moroder, è una fonte d’ispirazione per voi?
Julian: Assolutamente, è il re dell’electro-synth!I pezzi strumentali come Worms o Black Background sono l’altra metà della nostra faccia, ci piace l’idea che le persone che ascoltano il disco trovano anche qualcosa d’inaspettato e diverso dai singoli che girano come Are You The One? e Down Down Down. E’ il nostro lato più oscuro, torbido e se vuoi sperimentale.

Avete studiato musica classica, come siete finiti a fare techno?
Kim: Anche se di giorno suonavamo strumenti classici, la notte ci piaceva ballare e poi la dance e il pop avvicinano le persone a differenza dalla classica che va ascoltata da soli e in silenzio.

La cosa che più mi piace di Beams è che suona come un viaggio di cui si conosce partenza ma non la destinazione d’arrivo e ogni volta che lo ascolto è diverso, voi come la vedete?
Kim: Wow! Grazie, sono d’accordo, ci piace che le persone rimangono un po’ estraniate dal disco che è stato concepito proprio come un viaggio verso l’ignoto.

Sulla copertina del vostro album e anche nei video avete un’immagine molto costruita a differenza d’oggi che siete molto “un jeans e una maglietta”. Come siete in realtà?
Kim: Così come ci vedi. Non abbiamo bisogno di nasconderci dietro ad un look. Anche on stage siamo così.

Allora non mi spiego certe vostre scelte…
Kim: Non ti seguo.

Sul disco e nei video indossate pellicciotti, maschere di plastica, ci sono molti simboli sulla copertina come scorpioni, teschi, candelabri, un gatto nero, tutto questo non ha nessun significato?
Kim: Forse dovremmo chiederlo a chi ha scattato la foto dell’artwork.
Julian: La copertina esprime i sentimenti che popolano le canzoni.

Quindi il look per voi non ha importanza?
Kim: No.

Ok, qual è la musica che vi ha influenzato?
Kim: I primi album di Daft Punk, Bjork e The Chemical Brothers.Soprattutto i Daft Punk, credo che il loro primo album abbia segnato la storia della musica contemporanea.

L’ultima vostra scoperta?
Julian: Amiamo l’album dei Digitalism sono fantastici, ultimamente non ascoltiamo altro.
Kim: E poi ascoltiamo molto hip-hop, Jay-Z è un genio.

Il vostro club ideale?
Julian: Piccolo, buio, con i muri sudati e The Presets che suonano live.

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