26 settembre 2007

Kaiser Chiefs


Il football, la vita da pub, la vespa, gli underdog, il parka, il fango dei festival, le fabbriche di Leeds sono tutti elementi che fanno parte dell’immaginario dei Kaiser Chiefs, si percepiscono ascoltando le loro canzoni con cui la gente comune si è identificata eleggendoli miglior band del 2005 con Employment. Oggi esce il nuovo album, l’attesa è palpabile, tutti ci chiediamo se riusciranno a scrivere un altro inno da stadio come I Predict A Riot o un’altra hit da festival come Every Day I Love You Less And Less, al momento i dettagli sono pochissimi, ci sono cinque brani da ascoltare tra cui il singolo Ruby e un titolo ancora da decidere. Ricky Wilson, leader della band, sorride con i suoi occhi furbi e le guance arrossate, soddisfatto e impaziente di raccontarci com’è stato lavorare al seguito di un album nominato al Mercury Music Prize.

Il produttore del nuovo album è Stephen Street famoso per aver forgiato il suono di The Smiths, Morrissey e Blur, com’è caduta su di lui la scelta?
Avevamo carta bianca sulla produzione e non avevamo la minima idea di chi scegliere, poi riascoltando il nostro primo album in cui alcune tracce erano state prodotte da Stephen Street abbiamo deciso di ricontattarlo. Oggi pensandoci credo che Stephen è stato in grado di tirare fuori il meglio di noi, intendo da ciascun membro della band, solitamente un produttore tende a far suonare e risuonare la stessa canzone fino a quando non decide che va bene oppure cerca di inserirsi nei pezzi suonando la chitarra o altro in modo da lasciare una sua impronta. Stephen invece è stato in grado di far suonare i Kaiser Chiefs al loro meglio senza metterci mano, la cosa che più apprezzo del nuovo album è che sia ascoltato in macchina che suonato dal vivo è pazzesco e non mi sento presuntuoso nel dirlo.

Siete consapevoli di aver creato un suono originale e riconoscibile? Non ci sono molte band in circolazione in grado di farlo…
Grazie! Vedi, quando abbiamo scritto Employment non sapevamo ancora chi eravamo e dove saremmo andati, mentre oggi siamo consapevoli di essere i Kaiser Chiefs, questo ci ha fatto maturare musicalmente e ci ha permesso di ottenere un suono diverso ma immediatamente riconoscibile.

Il singolo Ruby come altre tracce dell’album ha un certo sapore ‘60, cosa vi ha portato verso queste sonorità?
Se penso alle canzoni degli anni '60 ce ne sono pochissime che non mi piacciono, io adoro quegli anni, c’è un programma radio in Inghilterra che si chiama Pick Of The Pops, l’ascolto tutte le settimane, il programma ripropone le canzoni degli anni ’60 meno conosciute e sono tutte bellissime. Ruby è stata ispirata da queste canzoni ma con questo ci tengo a precisare che non volevamo imitare il suono dei Beatles, perché è una canzone Kaiser Chiefs a tutti gli effetti.

E se ti dicessi che in Angry Mob sento un certo retrogusto anni ’80 cosa ne dici?
Io sono cresciuto negli anni ’80 può darsi che incondizionatamente abbia risentito di quel periodo ma non è stata una decisione intenzionale, anche se mi piacerebbe che un nostro album raggiungesse le cifre di vendita di quel periodo! Non va dimenticato che sul finire degli anni ’80 sono nati gli Stone Roses perché tutti quando si parla d’anni ’80 pensano ai Duran Duran che hanno scritto buone canzoni all’inizio anche se hanno raggiunto il successo con brani come The Reflex e io non me ne capacito, il testo è imbarazzante.

Spesso le band si lamentano d’essere schiave dei loro successi, vi è mai capitato di provare una sensazione simile?
Siamo stati in tour per un lungo periodo e con l’unico album che abbiamo fatto, ma non posso dire che siamo stanchi di suonare pezzi come I Predict A Riot perché la risposta dei nostri fans è incredibile e ci offre un’emozione diversa ogni sera. Certo eravamo veramente impazienti di metterci al lavoro sul nuovo materiale e di far provare al nostro pubblico sensazioni nuove.

Infatti siete partiti in tour per provare le nuove canzoni molto tempo prima dell’uscita dell’album, com’è stato?
E’ stato come rimettersi in discussione, siamo abituati ad avere di fronte un pubblico che conosce a memoria le nostre canzoni e le canta, invece provare i nuovi pezzi prima che esca l’album è un test, ed è come dover ricominciare tutto da capo. E’ molto rischioso ma emozionante e divertente, e per noi divertirci è fondamentale.

Avete paura di come sarà accolto il nuovo album?
No perché tutte le persone che lo hanno ascoltato ci hanno detto che è grandioso! Certo se inizio a chiedermi se il nuovo album venderà quanto il primo allora un po’ d’ansia mi viene, ma siamo già stati molto fortunati ad arrivare a farlo un secondo album.

Si dice che quando entrate in un pub inizia la festa, confermi?
Il pub per noi è come una seconda casa, durante la registrazione dell’album in mezzo alla campagna inglese, una volta la settimana raggiungevamo il pub del paese più vicino per staccare un attimo la spina, abbiamo instaurato un buon rapporto con i ragazzi del posto e ogni tanto amici e fans passavano a trovarci perché si era sparsa voce che tutti i venerdì eravamo lì.
Non siamo come quelle band che affittano la limousine, entrano nei locali attorniati da modelle e si fanno vedere che sniffano cocaina solo per finire sui giornali il giorno dopo e acquistare popolarità, a noi interessa scrivere buone canzoni, offrire un buono show, stare bene con noi stessi e se ci va di uscire andare al pub a bere una birra in tranquillità.

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