26 settembre 2007

The Good, The Bad & The Queen


The Good, The Bad and The Queen non è il nome del nuovo progetto messo insieme da Damon Albarn, questa incredibile band formata da Damon, Paul Simonon bassista dei The Clash, dall’ex Verve Simon Tong e dal batterista di Fela Kuti Tony Allen, non ha un nome ma racchiude in se tutta l’attitudine del London life-style. Loro stessi sono Londra, l’hanno vista cambiare nel bene e nel male dagli anni del punk ad oggi, quando Paul incendiava i palchi del mondo rivoluzionandolo con il punk e Damon ascoltava i dischi dei The Clash nella sua cameretta. Il destino li ha fatti incontrare oggi ed è nato questo ambizioso e delizioso progetto pop, in cui il carisma di ciascun membro è filtrato attraverso il talento e le visioni di Damon Albarn che dopo Blur, Gorillaz e i più svariati progetti solisti da Mali Music a Democrazy, ci sorprende nuovamente tirando fuori l’ennesimo e inedito aspetto della sua prolifica creatività. Damon ci accoglie nella sua camera a cinque stelle con lo sguardo spento e la barba incolta tenendo in mano una sigaretta accesa e rollata di fresco, Clark ai piedi, calzettoni rossi da montagna, abito e svariati bracciali etnici ai polsi, la sua ecletticità emerge anche dal suo aspetto, quando inizia a parlare è inevitabile che l’occhio cada sul dente mancante, sembra davvero di fare due chiacchiere con il suo alterego dei Gorillaz 2-D, furbo, maldestro, scazzato e un filo snob.

Prima di tutto raccontaci com’è nata questa nuova esperienza musicale, com’è scoccata la scintilla tra di voi?
Per caso, come succede per le migliori cose, io e Simon ci conosciamo da quando ha sostituito Graham (Coxon ex bassista dei Blur n.d.g.) durante il tour di Think Tank. Tony Allen è un percussionista eccezionale, due anni fa sono stato con lui e con Simon a Lagos in Nigeria dove abbiamo suonato insieme a musicisti locali, registrando alcune tracce per un progetto futuro, ma è stato solo dopo aver consociuto Paul gironzolando per Londra che il progetto ha iniziato a concretizzarsi. Abbiamo iniziato a chiacchierare scoprendo di avere molte cose in comune, pensa che abita a due strade da casa mia e non ci eravamo mai incontrati prima.

Quindi nell’album ci sono alcune canzoni nate due anni fa a Lagos?
Direi piuttosto riminescenze di quelle canzoni, sai nessuno ci ha messo fretta quindi abbiamo buttato via quasi tutto e ricominciato da capo insieme, il conoscersi a fondo ha giocato molto a nostro favore , ognuno di noi è a perfetta conoscenza delle capacità di ciascuno per questo i pezzi sono nati in studio improvvisando, dove si è venuto a craere qualcosa di speciale perché ci completiamo a vicenda.

E’ vero che i testi nascono principalmente da conversazioni che hai avuto insieme a Paul Simonon?
In un certo senso sì, io e Paul possiamo stare ore e ore a parlare, la pensiamo allo stesso modo su molte cose, come se ci conoscessimo da molto tempo, entrambi amiamo la storia del nostro paese e ci piace cercare l’origine delle cose, adoriamo il nostro quartiere e ci piace scoprire cosa è successo nelle sue strade. D'altronde il quartiere di Portobello è sempre stato il cuore pulsante di Londra, è il quartiere più globalizzato della città, uno scambio di mondi e culture, suoni, rumori, ricchezza e povertà. Molti hanno frainteso il concetto di questo album che sì è estremamente legato a Londra ma non nel senso che ogni canzone descrive un posto della città, è più un fattore di way of life, si riferisce all’attitudine di Londra e dei suoi abitanti, di quello che è stata e di come è oggi con un pizzico di nostalgia per ciò che non è più. Rappresenta cosa significa per me essere inglesi oggi.

Ti ritieni un fan dei The Clash?
Assolutamnete si, certo non mi considero un fanatico della loro musica ma non si può ignorare il loro percorso, Combat Rock è stato uno dei primi album che ho comprato e credo abbia a suo modo influenzato anche i Blur.
In The Good The Bad and The Queen abbiamo assorbito e reinterpretato a modo nostro quello spirito dub e sperimentale che ha caratterizzato il secondo periodo dei Clash, la capacità più grande di Paul è quella di entrare completamente nello spirito della band con cui suona, ci si perde totalmente dentro e questo è magnifico perché in questo modo riesce a dare il massimo.

Come riesci ad essere così prolifico, cosa più ti stimola?
Tutto mi stimola, ogni mio interesse sfocia in qualcosa di creativo, le cose che vedo ogni giorno per la strada, le persone che incontro, i libri che leggo, non ho pregiudizi sono pronto a farmi assorbire da qualsiasi cultura.

Riesci ad immaginare la tua vita senza Londra?
Posso immaginarmi di non vivere a Londra, infatti spesso fuggo a Devon in mezzo alla campagna, ma Londra è dove sono cresciuto e dove mi sono formato artisticamente. Ma non saprai mai come vive il resto del mondo e cosa pensa finchè non lo vedi con i tuoi stessi ochi.

So che Paul passa il suo tempo libero dipingendo, ma ha disegnato lui anche la copertina del vostro album?
No, la copertina è un’illustrazione del diciannovesimo secolo di T.Sotter Boys che ho trovato in un libro e credo dia un tono di ambiguità all’album, come se rappresentasse l’inizio di qualcosa o la fine di tutto. Paul però si è occupato delle illustrazioni che trovi dentro al booklet, quelle le ha disegnate lui.

Avete fatto alcue date a Londra in una storica Roundhouse, riaperta per l’occasione, per presentare l’album al pubblico, ma seguirà un tuor vero e proprio?
Certamente, ci piacerebbe però farlo in posti che esulino le solite sale da concerto, stiamo cercando luoghi che trasudino storia e che diano completezza alle nostre canzoni, e considerando che il vostro paese è pieno di storia oserei dire che ci vedrete presto.

Chi viene prima nei tuoi progetti futuri, Blur o Gorillaz?
Sicuramente Gorillaz, vorremmo fare un film con tanto di colonna sonora ma non credo se ne parli prima del 2009, per quanto riguarda i Blur chissà, se Graham decide di tornare se ne parlerà.

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