26 settembre 2007

Grunge


Un giorno qualunque dell’estate scorsa, mi trovavo in un Esselunga e indossavo una tshirt dei Nirvana senza maniche con foto del trio in bianco e nero e sfondo american flag quando un ragazzino di quattordici anni circa mi si avvicina e con timore mi chiede: “Scusi, dove ha preso la maglietta?” io gli rispondo “ Al concerto” e lui incredulo corre a chiamare la madre urlando “Mamma! C’è un signore che ha visto il concerto dei Nirvana!” E’ stato in quel momento che, dopo essermi sentito vecchio per un istante, mi sono messo a pensare. Avevo pescato quella t-shirt a caso dall’armadio, senza accorgermi di indossare un pezzo di storia della musica e di averne fatto parte. Nato poco dopo la metà degli anni’80 a Seattle, USA, il grunge diventò un movimento di massa generazionale agli inizi degli anni ’90, i massimi esponenti del genere furono Nirvana, Pearl Jam, Alice in Chains, Smashing Pumkins, Melvins, Mudhoney, Soundgarden e Stone Temple Pilots seguiti a breve dalle band femministe dette riot grrrl come Hole, L7 e Babes in Toyland anche se i puristi del genere tendono a non voler mischiare le due cose. Gli emarginati dalla società avevano finalmente trovato chi dava loro una voce, grazie ad un’etichetta di Seattle l’oggi storica Sub Pop, la prima a credere in questa realtà nascente. Sporchi e sgualciti tutti gli esponenti del grunge si trascuravano esteticamente, capelli sudici e tinti, smalti su unghie mangiate, maglioni bucati e cappellacci di lana a voler distogliere l’attenzione su di se a favore dell’importanza delle parole e della violenza della musica, spesso anche mal suonata, come per esprimere il desiderio e l’urgenza di manifestare il proprio disagio. Nato dalla fusione di punk e metal il grunge affronta nei suoi testi temi come la depressione, la passività di fronte agli eventi, il mal di vivere e la tristezza del quotidiano in una società che a metà degli anni ’80 si trovava ad affrontare piaghe come la disoccupazione e la droga, proprio Seattle in quegli anni figura nella top ten delle città più colpite dall’uso di eroina. Proprio l’uso di droghe e il malessere interiore sono stati il cocktail micidiale che ha ucciso questo movimento nei primi anni ’90, anni in cui giovani sconosciuti come Kurt Coban, Eddie Vedder o Chris Cornell si sono ritrovati ad essere contrariamente al loro volere e al loro modo d’essere, idoli di milioni di teenagers, strumentalizzati dai mass media e dai tabloid scandalistici in attesa di una nuova overdose da sbattere in prima pagina. Il 5 aprile 1994 Kurt Cobain Ë trovato morto nella sua casa a Seattle, si dice si sia sparato in bocca ma qualcuno ancora oggi sostiene che la moglie Courtney Love lo abbia fatto ammazzare per garantirsi un futuro agiato in quanto in possesso dei diritti di tutto il catalogo dei Nirvana. Il grunge finisce così insieme alla sua icona, quella che ho avuto modo di vedere ventenne con i capelli verdi e rosa e le unghie nere il 24 febbraio 1994 all’allora PalaTrussardi di Milano, in quello che fu il terzultimo concerto della band.

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