Brandon Flowers è un ragazzo strano, ti scruta con i suoi occhietti neri e furbi e sul volto ha sempre un mezzo sorriso, una sorta di ghigno di chi la sa lunga, è difficile capire se ti prende in giro o se recita una parte, forse il successo dei The Killers gli ha dato alla testa ma dopo avergli visto cantare dal vivo le canzoni del nuovo album Sam’s Town direi che il suo ego si è ridimensionato, un paio di anni fa era impettito e strafottente nel suo completo di paillettes mentre oggi padroneggia la scena e sotto i baffetti western che si è fatto crescere ride e interagisce con si suoi fans. Questi ragazzi di Las Vegas hanno talento, certo sarebbe più corretto dire che è Brandon ad averlo perché gli altri spariscono al suo cospetto, non hanno carisma, non hanno presenza, è lui il capo, è lui che ha il dono di scrivere bellissime melodie che funzionano al primo ascolto, per questo chi si ostina a definirli i nuovi U2 ha torto, ma poi perché bisogna sempre fare paragoni, guardiamo in avanti per una volta perché i The Killers è lì che stanno.
Quanto il successo del primo album ha pesato sulla stesura del nuovo?
Onestamente non abbiamo ancora avuto il tempo di assorbirlo questo successo, dalla fine del tuor di Hot Fuss all’inizio delle registrazioni del nuovo album abbiamo avuto una pausa di due sole settimane. Anche se avremmo voluto nessuno di noi è riuscito a staccare la spina e a dimenticarsi i The Killers per un po’, certo siamo consapevoli del successo ma non si siamo messi a tavolino a studiare il suono del nuovo album anzi abbiamo cercato di recuperare l’atteggiamento spensierato con cui abbiamo composto le nostre prime canzoni, quando non eravamo consapevoli di chi o cosa saremmo diventati. Quello che so è che abbiamo sempre cercato di mantenere un livello compositivo standard alto, non siamo una band che si accontenta facilmente.
Il vostro suono è maturato molto, ascoltando Sam’s Town sembra quasi che avete saltato un disco come se fosse il terzo e non il secondo, qualè la tua opinione?
Intanto grazie, credo che tutti i concerti che abbiamo fatto ci hanno aiutato a crescere come musicisti, da band inesperta ci siamo trovati immersi in questa grande esperienza che ci ha fatto crescere, non credo che il processo di creazione di questo album sia stato diverso dal primo, solo che questa volta eravamo più coscienti di cosa stavamo facendo e meno innocenti.
Dove si trova Sam’s Town, la città che dà il titolo all’albm?
Se lo dovessi chiedere ad ogni membro della band ciascuno di noi ti darebbe una risposta diversa anche se in realtà è una zona di Las Vegas dove c’è un Casinò per noi locali, non frequentato da turisti. Io lo immagino come un posto astratto in cui ritrovarsi per ascoltare l’album, è un po’ come Strawberry Fields o Penny Lane dei Beatles che sono posti reali ma che acquisiscono significati diversi nelle canzoni.
Avete lavorato all’album con Flood e Alan Moulder storici partner di Depeche Mode e U2, cosa pensate abbiano aggiunto alla vostra musica?
Mi piace immaginare che Alan e Flood fossero per noi come dei professori del college, ci hanno aiutato a concretizzare le nostre idee chiedendoci quali fossero, dove volevamo andare e chi volevamo divenatre, ci hanno indirizzato verso la nostra strada. Non avevamo mai lasciato che nessuno si avvicinasse così tanto al nostro lavoro ma loro sono stati molto naturali, dei veri mentori.
C’è un altro elemento che vi lega ai gruppi sopra citati, l’aver utilizzato per le foto promozionali e per il video di When We Where Young l’occhio di Anton Corbijn, coincidenza?
Noi siamo dei garndissimi fans del lavoro che ha fatto con Depeche Mode e U2 perché ha uno spirito veramente rock’n roll, la cosa che più apprezziamo in lui è che scatta in modo molto naturale come se stessimo girando un film e ne coglie l’attimo senza mai farci posare.
Credo che Sam’s Town sia un album meno immediato del precedente, mi sembra che avete imboccato una via più rock e avete osato con atmosfere vicino al bolero, all’opera e sovraincisioni corali, tu come la vedi?
Si, perché questo è il nostro primo vera album in studio, con Hot Fuss avevamo un sacco di demo già fatti siamo entrati in sala di incisione e li abbiamo registarti, credo che anche per questo le canzoni del primo album siano più dirette. Questa volta abbiamo avuto tempo di provare e mettere mano più volte ai pezzi, e credo che le canzoni vengano più dal cuore ma non credo che questo album sia meno pop del primo è solo che necessita un paio di ascolti in più.
Cosa ascoltano i The Killers sul tour bus?
Gli album solisti di John Lennon e Gorge Harrison, Yes, The Who, Bruce Springsteen, molti oldies in pratica.
In questi giorni come supporter avete gli Howling Bells, come scegliete i gruppi che aprono i vostri concerti?
Oltre ai cd che portiamo di mano nostra sul bus girano sempre moltissimi album di artisti emergenti che ascoltiamo a caso, quando ci accorgiamo che un cd staziona nello stereo per più di due volte allora vuol dire che ci piace e li invitiamo a suonare con noi.
Ti senti cresciuto come paroliere?
Credo di aver capito le potenzialità delle nostre canzoni, di quanta gente riusciamo a raggiungere e di conseguenza mi sono fatto carico di questa responsabilità. Il primo album era un mix tra realtà e finzione ma questa volta è più personale proprio perché i Killers sono consci di quello che sono diventati.
Come siete riusciti a convincere Tim Burton a girare il video di Bones considerando che è il primo video che firma?
Abbiamo semplicemente contattato l’agente e in breve tempo ci ha risposto dicendoci che l’avrebbe fatto perché è un grande fans dei The Killers. Non possimao che esserne compiaciuti inoltre è stata una bella esperienza e il video è molto figo.
Per concludere mi racconti qual è la cosa più strana che vi è successa on stage?
Ce ne sono molte ma quella che più mi ha impressionato è successa durante una data del tour americano a Sacramento, stavamo suonando una bside che si intitola Under the Gun nel cui testo dico “Kill me now”, proprio mentre cantavo quella strofa una ragazza è riuscita a salire sul palco gettandosi ai miei piedi con un capio al collo! Più strano di così…
26 settembre 2007
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