20 maggio 2008
Gallows
I Gallows sono il gruppo hardcore più chiacchierato del momento, live dopo live si sono conquistati una solida fan base e da Watford, piccolo villaggio inglese, hanno invaso letteralmente il mondo. Orchestra of Wolves; Orchestra di Lupi, è il titolo del loro album di debutto balzato alle cronache dopo un furente passaparola di fan rimasti estasiati dalle performance della band capeggiata da Frank Carter: ventitre anni, tatuatore ricoperto di tatuaggi, capelli rossi, occhi azzurri, straight edge e sul palco una vera furia. Frank ha una precisa filosofia di vita alla quale non intende sottrarsi e non provate a dirgli che è cool altrimenti il lupo che è in lui vi aggredirà.
Il vostro punk rock suona come un pugno in faccia. Non ricordo il tempo che una band come la vostra abbia ricevuto tanta attenzione da parte della stampa inglese. Secondo te perchè i Gallows sono diventati un fenomeno chiacchierato da tutti?
Onestamente non me lo spiego, non ho ancora capito cosa ci sta succedendo e perché, l’unica cosa che so è che abbiamo la possibilità di suonare ovunque ed è grandioso, siamo in giro da circa tre anni e solo oggi l’industria discografica si è accorta di noi, ci ha offerto un contratto e ha ristampato Orchestra Of Wolves il nostro debutto autoprodotto. Abbiamo chiesto e ottenuto è di non cambiare la nostra musica e di poter continuare a fare quello che abbiamo fatto sino ad oggi. Ho l’impressione di essere nella miglior band in circolazione e sono molto eccitato per questo, non vediamo l’ora di metterci al lavoro sul prossimo disco, siamo consapevoli di tutto quello che dovrà ancora succederci ma anche di quanto abbiamo da offrire. Un hardcore band che si fa largo nelle chart è fantastico e a tratti incredibile, cosa possiamo desiderare di più!
Sembra che avere tutto sotto controllo sia una peculiarità per voi…
Cerchiamo di tenere tutto sotto controllo, compresi noi stessi, siamo una band basata sul controllo totale, non faremo mai qualcosa che non ci va di fare altrimenti non saremmo in pace con noi stessi.
Quali sono le fondamenta musicali dei Gallows?
Ska, punk, indie, metal, non mi sono mai fissato su un genere, ascolto di tutto da sempre, se una canzone conquista la mia attenzione non mi importa di che genere è, di conseguenza le nostra musica è influenzata da qualsiasi genere musicale pur essendo hardcore.
Orchestra of Wolves è un titolo che si sposa perfettamente con la vostra musica, come’è nato?
I lupi sono uno i miei animali preferiti, volevo si capisse subito che siamo una band in grado di mordere e di attaccare le persone con la nostra musica, come se un branco di lupi fosse rinchiuso dentro al nostro album.
Hai solo ventitre anni e hai deciso di adottare uno stile di vita straight edge che significa, no fumo, no droghe, no alcool, no sesso occasionale. Conoscendo le abitudini dei teenager inglesi che sono esattamente l’opposto mi chiedo cosa ti ha portato verso questa decisione?
Nulla, non ho mai bevuto, non ho mai fumato e non mi sono mai drogato questo sono io e non voglio niente che non sia mio nel mio sangue.
Contrariamente alla musica mi sembra che i tuoi testi siano particolarmente accessibili, è una scelta ragionata?
Credo di scrivere testi con cui le persone possano confrontarsi, non mi piace scrivere di cose di cui non conosco, mi piace l’idea di poter scrivere testi accessibili a tutti perché penso che in questo modo molte più persone potranno apprezzare le nostre canzoni. La musica può anche essere difficile ma i testi devono essere accessibili. Abandon Sheep ad esempio parla di una relazione che arriva a fine corsa e In The Belly of a Shark parla della solitudine che bisogna attraversare alla fine di una relazione, sono storie semplici e comuni ma che esprimono emozioni.
E’ vero che alcuni puristi della scena hardcore vi hanno attaccato dandovi dei venduti perché avete firmato un contratto discografico?
Dipende da come vedi le cose, noi veniamo dalla scena underground è lì che siamo nati, abbiamo fatto incredibili show senza guadagnare soldi ma non ci siamo imposti di rimanere legati a questo ambiante, quando fai musica vuoi vederla crescere e farla arrivare a molte persone e quindi rimanere underground è impossibile a meno che non si decida di suonare tutta la vita per gli amici. Io sono contento di avere intrapreso una carriera e quindi a queste persone rispondo: Fuck You! Non mi interessa cosa pensano.
I vostri show sono molto selvaggi, tu scendi tra il pubblico e cerchi sempre un contatto fisico con le persone, gli canti letteralmente addoso, ti perdi nella musica o fa parte della performance?
Io non perdo mai il controllo, anzi quando sono sul palco io ho il controllo di ogni singola parte del mio corpo, forse chi mi guarda pensa che perdo il controllo ma è esattamente l’opposto. E’ una questione di passione estrema.
Cosa mi dici del tuo lavoro come tatuatore?
Non ho mai smesso di fare tatuaggi, è quello il mio lavoro, anche se ora con i Gallows sto vivendo qualcosa di grandioso. L’industria discografica non è solida, non si può sapere cosa succederà quindi è bello poter sapere di avere un lavoro quando tutto questo finirà.
Hai un genere preferito?
Mi piacciono i tatuaggi old school, i traditional sono i migliori.
Qual’è la tua paura più segreta?
Ho paura delle balene, mi terrorizzano.
Cosa ti fa più arrabbiare?
L’ignoranza e le persone che mi fanno sprecare tempo.
Cosa rispondi a chi ti ha eletto personaggio cool dell’anno?
I don’t give a fuck!
Consigliaci un disco:
“This is where the Fights Begin” dei The Ghost of a Thousand è una band di Brighton che scrive canzoni incredibili con dei testi veramente interessanti.
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