13 novembre 2008

Blood Red Shoes


I Blood Red Shoes sono un duo di Brighton, Uk, lei mora, algida e riot inside, lui ricciolo biondo, pallido, efebico, cresciuti a suon di grunge se pur molto giovani hanno una fitta carriera underground alle spalle. Un comune amore per il suono di Seattle e per il gusto gore gli hanno fatto lasciare i rispettivi band mates per formare un esclusivo duo. Nonostante l’accoppiata uomo/donna porti ad inevitabili paragoni, i Blood Red Shoes non hanno nulla a che fare ne con il rock fashionista dei The Kills tanto meno con il post-rock blues dei The White Stripes. Box Full Of Secrets è un album tirato, ruvido, diretto, ma con ritornelli orecchiabili e coretti yeah yeah da cantare a squarciagola quando si ascolta e da pogare fino allo svenimento quando si vede eseguito dal vivo. Sangue e sudore, eros e psiche, energia e bellezza, Steven Ansell voce e batteria e Laura-Mary Carter chitarra e voce aggrediscono lo spettatore con un muro di suono che lascia sbigottiti e sazi, due caratteri opposti che si completano, sapori che si mescolano, immaginate una bistecca cotta al sangue con sopra una pallina di gelato alla fragola, questo è il gusto dei Blood Red Shoes.

Cosa vi ha spinto ha lasciare le rispettive band in cui suonavate per formare i Blood Red Shoes?
Laura-Mary: In realtà entrambe abbiamo lasciato le nostre band perché eravamo annoiati dalla muscia che stavamo facendo, eravamo amici ma non avevamo intenzione di formare una band nostra, abbiamo cominciato a suonare insieme perché non avevamo nulla da fare. Un giorno siamo andati da Brighton a Londra per improvvisare un po’ in studio e vedere cosa succedeva, mentre suonavamo è passato un ragazzo che ci ha chiesto: siete una nuova band? Noi abbiamo risposto di sì e lui ci ha offerto un concerto in città dopo pochi giorni. Incoscienti abbiamo accettato senza nemmeno avere un nostro pezzo finito.
Steven: Così è cominciato tutto, abbiamo scritto tre canzoni in una settimana che successivamente sono finite sul nostro primo 7” Victory for the Magpie e poi sono cominciate ad arrivare richieste una dietro l’altra e noi abbiamo ricominciato a pagare l’affitto. Non avevamo ne una label, ne una sterlina in tasca, per fortuna ora abbiamo entrambe ma suonare il più possibile ci ha aiutati ad andare avanti. Piuttosto di ritrovarmi a lavorare in un ufficio mi sarei lasciato morire sul divano di casa.

L’amore per il grunge e una forte passione per il grottesco sono gli elementi essenziali della vostra musica, sono passioni che vi accomunano?
LM: Il gore è una mia passione, sono sempre stata attratta dal sangue, i disegni che vedi sulle nostre copertine sono miei, credo che rispecchino molto la nostra msica che è “loud and nasty” ma con un lato ironico.
S: Ci piacciono molto i contrasti, mi piace che nelle foto sembriamo due bravi e dolci ragazzi ma con il sangue che ci cola dal naso. Credo che anche le nostre canzoni seguano questa linea, hanno delle melodie dolci ma allo stesso tempo sono molto noizy e credo che questo sia in parte influenzato dal periodo grunge che è stato il nostro primo approccio alla musica quando eravamo poco più che bambini.
L’artwork di I Wish I Was Someone Better in cui è raffigurata una torta nuziale con in cima una sposa decapitata è geniale…
LM: Quel disegno è il regalo che ho fatto a mia sorella dopo che ha annunciato il suo marimonio in famiglia.
S: In Giappone è stata censurata ed è paradossale se pensi a tutti i film d’arti marziali con teste decapitate e arti amputati che producono.

Tornando alla canzone, quando è stata l’ultima volta che avete pensato “vorrei essere una persona migliore”?
LM: Probabilmente ogni giorno!
S: Ci sono alcuni concerti in cui sono particolarmente sballato e cambio il testo in I wish I was a better drummer!
Siete di Brighton e il vostro singolo più conosciuto s’intitola It’s Getting Boring by the Sea. Io personalmente trovo la vita da spiaggia molto noiosa, ma voi al mare ci vivete, sono curioso di sapere da cosa nasce il testo di questa canzone…
LM: E’ una canzone che si riferisce alle persone che vivono a Brighton, ci piace molto la città e viverci ma pensiamo che la maggior parte delle persone che ci abitano siano noiose. Noi usciamo dalla scena punk, che è poco popolare a Brighton, non siamo mai stati capiti fino in fondo.
S: Credo che le persone di Brighton abbiano un punto di vista un po’ troppo ristretto musicalmente parlando. Tutti pensano a Brighton come ad una città molto libera e aperta ma non nella musica.

Le vostre canzoni sprigionano energia positiva e il modo in cui le vostre voci interagiscono è molto naturale, come se per voi fosse normale cantare e suonare in questo modo, è così?
S: Abbiamo un modo naturale di provare e cantare, alcune canzoni nascono molto in fretta e rimangono così come sono, se qualcosa ci piace non ci torniamo sopra perché la spontaneità è una nostra prerogativa.
LM: Secondo me in un duo le voci sono fondamentali, nel senso che suonando solo chitarra e batteria le voci diventano a loro volta strumenti. Dal vivo siamo molto più punk perché siamo solo noi due senza nessun effetto aggiunto.

Il nome Blood Red Shoes è una specie di omaggio alla fiaba Scarpette Rosse di Andersen?
LM: No, ho visto il film di recente e mi è piaciuto, ma il nome viene da una storia basata su Giner Roger e Fred Astaire, si dice che mentre giravano il musical Follie D’Inverno hanno dovuto provare la scena finale così tante volte che alla fine ad entrambi sanguinavano i piedi.

Passate moltissimo tempo insieme, le prove, le registrazioni, il tour, condividete persino un appartamento e non siete fidanzati, come riuscite ad andare d’accordo, non ci sono momenti in cui vorreste dire: adesso basta!?
S: Molti! (scoppiano a ridere) In realtà è bellissimo e difficile contemporaneamente, la maggior parte del tempo godiamo l’uno dell’altra e la verità è che frequentiamo pochissime persone al di fuori. Ma ora siamo così occupati che non abbiamo tempo per pensare a nient’altro.
LM: E poi quando capita che siamo lontani passiamo moltissimo tempo a telefonarci e a mandarci email.

Com’è la vostra casa?
S: Piena di cianfrusaglie di Laura-Mary, io non ho spazio per nulla!
LM: E’ vero ho un sacco di oggetti come porcellane cinesi, ho tantissimi gioielli sparsi dappertutto ma solo oro e argento perché la plastica non mi piace, i miei disegni, vestiti… è un casino!

La vostra scatola dei segreti è piena al momento?
S: E’ sempre piena, abbiamo un sacco di segreti, soprattutto all’interno della band e non abbiamo intenzione di dirtene neanche uno! Siamo cattivi!

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