20 maggio 2008

The Wombats


Se dovesse iniziare una nuova rock’n roll revolution, i Wombats sarebbero sicuramente tra i capostipiti del movimento, con canzoni tirate, ritornelli che ti si appiccicano addosso e una sana dose di follia, ma senza la pretesa di voler cambiare la storia dell’indie rock. Arriva alla fine dell’anno questo gioiellino power pop punk, che conquista a cominciare dal titolo A Guide To Love, Loss & Desperation, che sembra rubato ai Joy Divison ma che con la loro musica non ha nulla a che fare nonostante i testi siano tutt’altro che allegri. I Wombats però sono dei furbacchioni e hanno intitolato il singolo che li ha aiutati a raggiungere la notorietà proprio Let’s Dance to Joy Divison, ma non rimuginiamo troppo, casomai balliamoci sopra a colpi di handclapping e con tanto di piedino a scandire il tempo. Matthew “Murph” Murphy (voce, chitarra, tastiera) Dan Haggis (batteria, voce) e Tord Knudsen (basso, voce) sono i Wombats, da Liverpool.

The Wombats, in italiano i vombati, sono dei maialini pelosi in via d’estinzione che vivono in Australia, è vero che avete scelto questo nome perché avete una vera passione per gli animali?
Dan: Sì, in realtà abbiamo in comune una passione per gli zoo safari, un giorno ci siamo stati insieme e guardando gli animali cercavamo un nome per la nostra band, all’inizio la scelta è caduta sulle capre ma poi abbiamo visto i vombati e non hanno più avuto rivali.
Murph: Quando abbiamo iniziato a uscire insieme ci ubriacavamo parecchio, eravamo al college e ogni mattina ci svegliavamo sul pavimento di qualche camera per studenti. E’ stato allora che abbiamo iniziato a suonare cazzeggiando, la prima canzone che abbiamo scritto è un pezzo che parla di una capra con problemi di droga, l’abbiamo suonata anche al nostro primo concerto al The Cavern a Liverpool ma poi è morta di overdose.
Tord: Ci divertiamo anche un sacco a imitare gli animali, Dan è bravissimo a fare il topo, è la sua arma segreta per conquistare le ragazze.

Cercando in rete ho trovato che wombat è un’abbreviazione che si usa in chat per dire: waste of money, brain and time. Non avete nulla a che vedere con questo?
T: In realta lo abbiamo scoperto dopo, ma ci piace, va benissimo per noi perché le nostre canzoni parlano di relazioni umane e poi io sono un enorme spreco di cervello!
Dan: Io sono uno spreco di tempo.
Murph: E io sono uno sperperatore di denaro.

A Guide of Love, Loss and Desperation è un titolo drammatico che va a scontrarsi con i ritmi catchy & party del disco, vi piacciono i contrasti?
M: Il nostro stesso nome è stupido rispetto alla musica che facciamo.
D: La vita è fatta di contrasti e paradossi, e a noi piace confondere e prendere in giro le persone.

Anche l’inizio dell’album è spiazzante, Tales of Girls, Boys and Marsupials è un intro indie gospel spettacolare!
D: E’ cool indie gospel! Ci piace, d’ora in poi lo useremo sempre. Volevamo iniziare l’album in un modo insolito e ci sembrava carino fare qualcosa a cappella, la usiamo anche per aprire i nostri concerti ed è divertente vedere le facce della gente che si aspetta del rock n’ roll e invece si ritrova tre ragazzi che cantano scandendo il tempo con le mani.
M: E’ l’ultima cosa che ti aspetti da una band indie.

Come è nata Let’s Dance to Joy Division?
M: Ovviamente non è una canzone sui Joy Division, avremmo potuto intitolarla Let’s Dance to Radiohead o to Nick Drake, per noi è una canzone che celebra la voglia di ballare e divertirsi senza troppe pretese, non conta dove sei o con chi, quando senti il ritmo salire bisogna lasciarsi andare e ballare.

A voi ragazzi piace ballare?
D: Un sacco! Ci divertiamo a inventare passi assurdi specialmente quando siamo sul tour bus e poi li riproponiamo sul palco.
T: Io ballo almeno quanto bevo!
M: E’ il modo migliore per scaricare le energie negative e per fare evaporare l’alcool.

Tra poco sarà Natale, qual’è il regalo più bello che avete ricevuto nei natali passati?
M: Un robot di Robocop che sparava i pugni, peccato che dopo tre giorni li ho sparati sul tetto di casa e non li ho mai più recuperati!
T: Il piccolo chimico.
D: A me fanno sempre regali assurdi che non capisco, ad esempio ricordo che l’anno scorso qualcuno mi regalò una lanterna a petrolio…

Avete numerose date live alle spalle tra cui un tour in Giappone, qual è l’episodio più assurdo che vi è capitato?
D: Quando siamo andati in Giappone per il Fuji Rock, i poliziotti locali conrollandoci le Visa ci hanno detto: “Noi vi facciamo entrare in Giappone ma voi ci fate trovare al vostro albergo dei biglietti per il festival perché è sold out, l’indirizzo lo conosciamo”.

Qual è il disco che al momento gira di più sul vostro tourbus?
D: La colonna sonora de Il Libro della Giungla e Release the Stars di Rufus Wainwright.
M: Sei così preso da Rufus Wainwright che se ti invitasse in camera sua dopo il concerto per un aftershow privato ci andresti.
D: Sono un ragazzo gentile sai che mi è difficile dire di no!

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