20 maggio 2008

The Mars Volta


I Mars Volta sono tra i pochi musicisti che sorti sulle ceneri di un’altra band, in questo caso gli At The Drive-In, sono riusciti con il nuovo progetto a generare interesse più di quanto ne ha avuto l’originale. Famosi per i loro concerti in cui cadono in una trance catatonica irretendo gli spettatori con un fiume di psichedelia e prog-rock, Cedric Bixler-Zavala e Omar Rodrìguez-Lòpez pubblicano oggi The Bedlam in Goliath il loro quarto album nato sotto la maledizione di un Ouija board, come Omar racconta:
Durante un viaggio a Gerusalemme ho trovato in un negozio d’antiquariato una vecchia tavola Ouija e ho deciso di regalarla a Cedric.Durante il tour come supporter dei Red Hot Chili Peppers, giocarci è diventato il nostro passatempo preferito. Ripensandoci ora ci scherzo sopra ma è stata una strana esperienza a tratti orribile, continuavano ad accadere cose brutte, il nostro batterista ci ha lasciato nel mezzo del tour, il mio studio si è allagato, Cedric si è fatto male a un piede, è stato operato e ha dovuto imparare di nuovo a camminare, pensavamo d’impazzire, alla fine ho sepolto la tavola e ho proibito a chiunque di parlarne. Siamo quasi arrivati al punto di sciogliere la band.

Questa storia è diventata il punto di partenza del nuovo album, giusto?
Tutti i nostri dischi sono dei concept e questo è nato dagli spiriti che ci apparivano interrogando l’Ouija. I testi nascono dalle storie che questi spiriti ci hanno raccontato, Golia è stato il primo che ci ha parlato ma poi ci siamo accorti che c’erano anche una donna e una figlia con lui e che erano legati da una storia tragica di morte. L’uomo cercava sempre di far tacere la donna e recitava sempre un poema che è stato trasformato in un testo, è stata una vera esperienza metafisica.

Le canzoni di questo album sono cattive, claustrofobiche e inquiete, non c’è mai un attimo di respiro. Lo consideri il vostro lavoro più aggressivo?
Assolutamente sì. Volevo fare un album continuo, un unico flusso in cui ogni canzone suona come un pugno in faccia. Non ci sono canzoni morbide come potevano essere Televators o The Widow, volevo un album estremo e vitale, ma sto già lavorando al prossimo disco e sarà il nostro lavoro più morbido.

Nonostante questa violenza le canzoni sono più immediate rispetto ai lavori precedenti pur rimanendo fedeli hai vostri canoni folli…
Non ci piace ripeterci. Certo nelle nostre canzoni ci sono dei passaggi riconoscibili ma cerchiamo sempre di ottenere un suono fresco e interessante. Lungo il nostro cammino recente come ti ho detto prima il nostro batterista ci ha abbandonato e noi siamo finiti nella disperazione più totale, non è facile far entrare qualcuno nel nostro mondo, questa energia nervosa si è riversata nell’album. Fortunatamente il nuovo batterista è riuscito a far parte del nostro disegno piuttosto velocemente salvandoci.

Cosa mi dici della collaborazione con Jack Frusciante?
Jack è stato uno dei musicisti che ho usato per articolare la mia musica, è il musicista più bravo che io conosco. Siamo molto amici ed essendo la mia musica un’estensione della mia personalità la capisce subito.

Se voglio proiettare un film come sfondo visivo al vostro nuovo album, quale sarebbe più appropriato?
Se devo scegliere un film per il suo aspetto visivo dico Satyricon di Fellini.

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