16 ottobre 2009

KASABIAN


Il West Ryder Paper Asylum è un ospedale psichiatrico edificato a Wakefield nel 1800, il suo nome è stato preso in prestito dai Kasabian come titolo del loro terzo album. Un lavoro temerario che si prefissa di scavallare i limiti della psichedelia in un vortice di emozioni quali ansia, stupore, gioia, malinconia, ira, voluttuosità, smarrimento e genio, tutti insieme a scontrasri come racchiusi nel cervello del più normale dei matti. La band di Leicester è cresciuta sotto le ali protettive dei fratelli Gallagher, che è risaputo, odiano tutti e non si sa come i Kasabian se li sono ingraziati, sarà che, per dirla alla Liam, il loro rock è “cazzutissimo”. Genio e pazzia vanno da sempre di pari passo, per farsi aiutare in questa impresa Tom Meighan e Sergio Pizzorno, voce e chitarra non che menti del gruppo, lasciano contaminare il loro rock sudicio, che ha partorito successi come Club Foot e Shoot The Runner, dalle visoni del produttore Dan the Automator. Dan infila beat e sample a profusione traccia dopo traccia, stordendo e affascinando chiunque si addentrerà tra le stanze di questo manicomio i cui pazienti ideali si chiamerebbero Primal Scream, Ennio Morricone, Rolling Stones, Tarantino, influenze evidenti di questo lavoro visionario e ambizioso. Tom ci racconta com’è nata la follia.

Un album all’insegna di genio e sregolatezza che ruota intorno ad un manicomio, un idea da cui siete partiti o un naturale sviluppo sul tema?

La psichedelia è stato il punto di partenza, poi un giorno abbiamo visto un documentario in tv su questo manicomio dell’800 nei pressi di Leeds che si chiama West Ryder Paper Asylum, un titolo che suona psichedelico da solo, forse avevamo fumato troppo ma ci siamo detti: è perfetto.

Sembra abbiate “giocato” di più questa volta, è così?

Abbiamo giocato un sacco! Il nostro suono si è contaminato man mano, già nel nostro secondo album c’erano più elementi dance rispetto al primo e in questo abbiamo cercato di unire il rock e la dance con la psichedelia, è uscito un album disordinato e avventuroso. Il buon rock n’roll deve saper far ballare.

Quale credi sia il pregio di questo lavoro?

E’ un disco saturo, è impossibile recepirlo la prima volta che lo si ascolta, ogni volta da emozioni diverse e nuove, per questo siamo stati attratti dal concetto di “follia”. Credo sia un album che spinge chi lo ascolta a fare qualcosa, è pieno d’informazioni, di suoni che fan girare la testa, di alti e bassi che provocano un euforico rush.

Com’è caduta la scelta su Dan the Automator?

Siamo fan del suo lavoro con Unkle, Dj Shadows, Gorillaz, volevamo spingere il nostro suono verso direzioni nuove e lui con i suoi sample ci ha aiutato molto, prima del suo intervento le nostre canzoni suonavano un pò troppo simili al nostro secondo album, erano molto organiche e rock n’roll. Dan ci ha indicato la via giusta senza cambiare la nostra identità inserendo beat e sonorità vicine al mondo hip hop, ma inserite in un contesto rock.

Cosa hai imparato da lui?

A guardare oltre la scatola, a non seguire solo il primo istinto ma tornare indietro a guardare cosa si è fatto, pensare alle nostre canzoni in modo diverso, non c’è mai solo una via d’uscita. Ad esempio Where Did All the Love Go? Era un pezzo heavy rock n’ roll, lo abbiamo decostruito e ora è un pezzo groove, pop e sensuale.

Come nasce un vostro pezzo?

Da una chitarra acustica o dal piano, in modo molto semplice, ci sediamo e suoniamo, discutiamo, ognuno porta le sue idee. Alcune canzoni ci mettono settimane prima di vedere la luce altre come ad esempio West Ryder Silver Bullet sono nate in un paio di giorni.

A proposito di West Ryder Silver Bullet come avete convinto l’attrice Rosario Dawson a cantare per voi?

Eheheh… Cercavamo una donna da far cantare nel pezzo e Sergio è amico di Rosario così glielo abbiamo semplicemente chiesto e lei ha detto di sì! Avevamo in mente un duetto romantico e sexy alla Mickey and Mallory di Natural Born Killers. Rosario si è innamorata subito del pezzo ed è stata fantastica. Le abbiamo anche chiesto di chiedere a Tarantino se gli va di girare un nostro live ma stiamo ancora aspettando una risposta.

Hai dichiarato “In Inghilterra l’era del rock n’roll è finita” cosa intendi?

Ahahah! L’ho detto? Sì, sì è vero! Nel senso che l’essenza del rock n’roll è morta grazia alla discografia, oggi basta che ti colleghi in internet e riesci persino a vedere cosa succede nel backstage, tutto è troppo orientato verso i media, non c’è più mistero, enigma, qualsiasi cosa fai viene ripresa e messa in rete, una volta c’era un sano alone di mistero che oggi è andato perduto.

Il vosto primo album è del 2004, vedi un peggioramento nella scena inglese indie da allora?

Un drammatico peggioramento! “Tutto e subito” è la politica del music businness inglese, uno schifo.

Credi si stia perdendo l’abitudine di ascoltare un album dall’inizio alla fine?

E’ un valore che sta scomparendo. Oramai tutto si basa su di canzoni che compri a 79p su internet. Mi dispiace pensare che la gente non avrà la possibilità di ascoltare il nostro disco per intero perché è davvero bello e sarebbe un vero peccato. New generation: wake up!

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