2 maggio 2009

LADY GAGA



Spalline spinte al limite, body con sgambatura inguinale, tacchi vertiginosi, capelli rigorosamente platino, ochiali con incrostazioni di diamanti, due sexy schiave al suo seguito e testi unpolitically correct che parlano di sesso, soldi, alcol e shopping. E’ Lady GaGa la nuova diva del pop oltreoceano. Dopo aver cavalcato la scena dei club nel Lower East Side di New York e scritto canzoni per artiste pop del calibro di Britney Spears, Stefani Joanne Angelina Germanotta a soli ventidue anni si trasforma in Lady Gaga e fonda la Haus of GaGa una vera e propria maison che taglia cuce e imbastice, vestiti, videoclip, cortometraggi, performance e gestisce un blog in cui il video diario Transmission Gaga-vision mette in mostra tutte le sue sfaccettature. Le sue canzoni sono electropop commerciale, il cui intento è proprio quello di scalare le classiche di tutto il mondo, il suo album scritto per intero di suo pugno, s’intitola proprio The Fame e se in Just Dance si scatena cavalcando un’orca gonfiabile e in Dirty Sexy Rich si accende una sigaretta da una banconota in fiamme, dal vivo si presenta con degli occhiali digitali che proiettano immagini sulle lenti e non sale mai sul palco senza il suo infame Disco Stick. Siete pronti a incontrarla?

Ciao Lady GaGaga.
Ciao! Sai che sono italiana?
L’avevo intuito dal tuo vero nome, ma non so di dove sei originaria…
Mio papà è di Palermo, ma purtroppo non conosco una parola d’italiano anche se lo capisco abbastanza. Io sono nata e cresciuta a New York.

Come è nata Lady GaGa?
Il mio produttore mi chiamava GaGa in studio inoltre sono una fan dei Queen e Radio Gaga è una delle mie canzoni preferite, così l’ho scelto come nome d’arte, si ricorda facilmente perchè rimane impresso.

Quello che mi piace di te è che non sei la solita cantante pop, hai un forte immaginario, sei coraggiosa e sfacciata, hai una bella voce e ti scrivi da sola le canzoni, chi t’ispira in quel che fai?
David Bowie, Andy Warhol, Madonna, Christian Lacroix, Chanel, Prince, Maison Martin Margiela.

David Bowie è il primo della lista, per questo hai spesso un fulmine dipinto sul viso, è un tributo?
Certo! E’ la più grande rock star di tutti i tempi.

Parlami del tuo mondo Haus of Gaga, tu balli, canti, hai girato un corto, hai un look curato e aggressivo, come coordini tutto?
Haus of Gaga è il mio team creativo, è formato da giovani persone talentuose con cui mi trovo bene a lavorare perché vediamo le cose dallo stesso punto di vista, mi aiutano a mettere in pratica le mie visioni rendendo speciale ogni mia apparizione. Ci tengo a far sapere che sono io a fare tutto quello che faccio, non sono come la maggior parte delle pop star di oggi che si limitano a cantare pezzi scritti da altri. Ho un team ma le idee sono mie. Perderei la testa se un giorno mi togliessere questo controllo creativo, probabilmente smetterei di fare musica.

Nelle tue canzoni parli di sesso, alcol, denaro, sei totalmente politicamente scorretta e noi ti amiamo per questo! Ma come reagiscono i puritani d’America alle tue canzoni?
(Scoppia a ridere) I love it too! Io non scrivo musica per i puritani. Scrivo di quel che conosco e io conosco la moda, i soldi e i drink!

Nel singolo Just Dance racconti di una notte d’eccessi in un club, sei ubrica, perdi le chiavi e il cellulare ma la musica è così bella che te ne freghi e continui a ballare. Ti è mai successo davvero?
Oh sì. Quando mi diverto perdo totalmente il controllo, bevo e ballo come una pazza e non m’importa più di niente.

Credo che il tuo corto The Fame sia geniale, presentare una album attraverso un mini film, come ti è venuta quest’idea?
Grazie, è la cosa di cui sono più orgogliosa. Ho lavorato duramente per questo progetto, è il mio miglior lavoro, girare per le strade di Parigi è stato divertente, soprattutto la parte in cui facciamo le ladre al mercato. L’idea era quella di fare un film che accompagnasse l’album, un mix video che raccontasse il mondo di GaGa e che spiegasse il concetto di successo, nel video io e le mie ballerine camminiamo per le starde fiere e ci atteggiamo da star. Sul posto tutti ci guardavano e ci fermavano chiedendoci chi eravamo e cosa stavamo facendo, è stato figo.

E’ a questa attitudine che si riferische il titolo dell’album The Fame?
Sì, è un’attitudine tipicamente newyorkese che colpisce i giovani, il modo in cui si atteggiano per la strada, sembra quasi che stanno recitando una parte. Proiettiamo un senso della fama che non ha nulla a che vedere con i soldi o con la notorietà vera e propria, ma è stile, è arte, vogliamo far vedere che siamo fieri di quel che siamo e che non abbiamo paura a New York. So che può sembrare pacchiano l’atteggiarsi come star quando non lo si è ma è solo questione di essere chi ci sentiamo di essere, io stessa prima non era nessuno ma ora sono famosa, tutto può succedere grazie al successo.

Ho visto che durante i tuoi show usi le tue ballerine come sostegni per la tastiera, tu suoni e loro la reggono con le mani facendo strane coreografie con il corpo, il risultato è un effetto trash, fetish e sexy, la prima cosa che mi è venuta in mente è Arancia Meccanica…
Mi piace molto il film ma non è stata quella l’idea di partenza. Ci tengo molto alla completezza, credo che questo tipo di coreografia si sposi perfettamente con la musica, tutti nelle loro performance usano delle fottute scale, o la chitarra per atteggiarsi da rockstar, invece abbiamo creato una coreografia grafica usando il corpo in modo non convenzionale, con riferimenti al testo della canzone che poi è Beautiful Dirty Rich. Ha un forte impatto visivo.

Hai scritto una canzone che s’intitola Paparazzi, è un’altra presa in giro dello stardom?
In America sono tutti ossessionati dalla moda, da quando ho cominciato ad esibirmi come Lady GaGa i paparazzi hanno cominciatio a seguirmi per il mio look eccentrico, con i vestiti che mi disegno da sola, è divertente guardare le news e sentire: “Ho mio Dio, Lady GaGa è favolosa, guardate che outfit meraviglioso indossa!” L’America è così colorita sotto questo aspetto, e io amo queste frivolezze, in Europa i paparazzi sono molto più duri, non ti chiedono la marca del vestito che indossi, tutto questo mi fa molto ridere.

Christina Aguilera ai recenti VMA aveva un look un po’ troppo Lady GaGa per i miei gusti… Cosa provi a riguardo?
(ridacchia…) Non provo assolutamente niente.

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