2 maggio 2009

KATY PERRY


E’ una storia vecchia come il tempo, chi cresce in un ambiente troppo conservatore primo o poi straripa, spezza i ponti, rompe gli argini e fugge verso la propria libertà. La nuova stella del pop americano Katy Perry, è nata in una casa di pastori protestanti, entrambe i genitori, ve lo immaginate che incubo? Cresciuta cantando in chiesa ha pubblicato addirittura un album di christian music nel 2001 ma poi si è liberata d’inutili sottogonne e merletti, non che del suo vero cognome, Hudson, per diventare Katy Perry, nome con cui ha scalato le classifiche con un pezzo dal titolo inequivocabile I Kissed a Girl. Nel giro di pochi mesi Katy è diventata una star, occhi blu magentici, capelli neri boccolosi, look vintage ispirato alle pin-up e una voce forte e grintosa che sul palco esplode farcita da mossette maliziose. One of The Boys è il titolo provocatorio del suo primo album, che mescola sonorità electro al pop, e al folk, con un soprendente risultato radio friendly.

Come è successo che Katy Hudson si è trasformata in Katy Perry?

Tra i quindici e i ventitrè anni le vedute di una persona cambiano, questo non vuol dire che mi pento di quel che ho fatto prima, ma oggi sono me stessa, tutto qua. Io sapevo cosa volevo essere, l’ho sempre saputo. In realtà non esistono una nuova o una vecchia Katy, sono sempre la stessa, tutti i genitori hanno delle idee per i propi figli e cercano di organizzargli la vita, solo che i figli poi crescono e se ne fregano se i genitori gli dicono di mangiare i cereali o di non mettersi troppo trucco.

Il tuo singolo s’intitola I Kissed a Girl, sai gia qual è la prossima ragazza che bacerai?

Non mi piace programmare, ma probabilmente bacerò la tua.

Come mai hai impiegato quasi cinque anni per pubblicare il tuo primo album?

E’ da quando ho diciasette anni e mi sono trasferita a Los Angeles che ci lavoro, vedi, mi sono dovuta rendere conto che registrare un disco va oltre una precisa scelta artistica, ero ingenua e non pensavo al businness, che invece ogni major ha fisso in testa. Mi sono resa conto del vero mondo in cui volevo entrare e prima di fare la scelta giusta, che credo di aver fatto, incontravo solo persone che volevano farmi apparire come non ero, cercavano di trasformarmi in qualcun’altro perché mi ritenevano troppo audace. Mi sono sentita molto stupida, erano cinque anni che divevo ai miei amici e alla mia famiglia che presto sarebbe uscito il mio album e tutti hanno cominciato a considerarmi una pazza furiosa. Ma oggi posso dire di avere avuto l’ultima parola: non sono pazza!

Il tuo album s’intitola One of the Boys, è il tuo modo di dire al mondo “sono una ragazza con le palle”?

Mi piace prendermi gioco dei ragazzi, andare alle partite di baseball e bere birra, questo mio atteggiamento è inaspettato, ma il fatto che io sia una ragazza che fa musica pop non vuol dire che al liceo facevo la cheerleader o che sognavo di diventare la reginetta del ballo! I ragazzi rimangono spesso spiazzati dalla mia personalità e vedere la loro faccia sbalordita è la cosa che più mi diverte. Sin dai tempi della scuola mentre le mie compagne si dipingevano le unghie io scappavo al campo skate con i maschi.

La scorsa estate hai partecipato al Warped tour noto festival itinerante di musica principalmente crossover, non ti sei sentita un po’ fuori posto? Come sei stata accolta?

In realtà quast’anno c’era spazio per tutti, c’erano cinquanta band per data e ognuno poteva trovare così il suo spazio. Certo c’erano dei ragazzi venuti apposta per guardarmi il culo! Ma nonostante sia una pop girl dal vivo mi arrampico sugli amplificatori e mi butto sulla folla quindi il culo glielo spacco io!

Disegni e crei i tuoi outfit, hai mai pensato di produrre una tua linea?

Ho un blocco di schizzi ed è ovvio che come molte ragazze sogno di poter realizzare i mei vestiti, credo che il look di una persona sia il suo biglietto da visita, tramite il look puoi capire subito che tipo di persona è, se ha senso dell’umorismo o se si prende troppo sul serio e che tipo di conversazione puoi avere con lei. Se mai disegnerò una linea di moda l’umorismo sarà l’elemento chiave.

So che il tuo gruppo preferito sono i Queen, qual è la tua canzone preferita del loro repertorio?

Killer Queen, la prima volta che l’ho sentita mi sono subito chiesta come un uomo potesse descrivere così bene un tipo di donna così decatente. Ne sono rimasta ammaliata.

Qual è il tuo accessorio preferito?

I collant perché sono una patita di skate e mi servono per coprire le mie gambe piene di lividi.

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