1 febbraio 2008

Kate Nash


Made of Bricks, come titola il suo album Kate Nash è fatta di mattoni, tanti, marroni e piccoli come quelli che si usano per costruire le case nella sua Inghilterra e che la rendono caratteristica. Certo il riferimento per Kate è qualcosa di più profondo, si riferisce alle sue origini, alla famiglia, alle amicizie e alle storie che popolano le sue canzoni, un perfetto bilanciamento tra realtà e immaginazione suonate al pianoforte, un vortice di colori dal retrogusto bitter come canterebbe nel suo adorabile accento cockney che le ha valso il tiotolo di “London’s most charming songstress”. Seduta nel suo tourbus a Norwich nel Norfolk inglese, Kate appare così come la si immagina, con una tazza di tè in mano, si butta sul divano circondata da vari oggetti e giornali come se fosse in camera sua, del resto per tre mesi lo è stata. Indossa solo abiti vintage ma sotto gli stivali che getta a terra lamentandosi del mal di piedi, porta sopra i collant degli improbabili calzettoni di lana da montagna che esibisce con un’invidiabile nonchalance. Impossibile non volerle bene.

Prima di diventare una cantautrice volevi fare l’attrice, quanto credi il teatro abbia influito sulla tua musica?
Molto. Ha influito sia nel modo che ho di cantare sia nei testi che spesso scrivo come se fossero dei dialoghi, io amo le storie e adoro raccontarle, mi piacciono moltissimo i monologhi e vado spesso a teatro a vederli. La mia immaginazione si ciba di questo mondo e lo trasforma sotto forma di canzoni.

Ma quanto c’è di finto e di reale nei tuoi testi che sembrano uscire dalle pagine di un diario segreto?
E’ una combinazione dei due in egual parte, quando racconti una storia è fondamentale colorirla, serve per catturare l’attenzione di chi ascolta. Sono un’attenta osservatrice, mi piace ascoltare le persone e mi piace racontare quello che mi succede senza vergogna ne paura, non bisogna imbarazzarsi di quello che ci capita nella vita, siamo tutti umani no? Ad esempio Foundations parla del valore sentimentale, personalmente non mi sono mai trovata in una situazione del genere ma ho costruito una sorta di copione per il mio personaggio.

Hai mai avuto un diario segreto?
Scrivo tantissimo sul mio notebook e sul mio computer ma non ho mai avuto un diario segreto anche se tendo a scrivere ogni cosa che mi succede quotidianamente, specialmente in questi giorni che sono uno più pazzo dell’altro.

Sei davvero fatta di mattoni?
Certo! Sono fatta di mattoni perché sono cresciuta con valori famigliari molto forti, attorniata da amici che mi hanno sempre sostenuta. Ci proteggiamo a vicenda e ci guardiamo le spalle in ogni situazione, siamo molto vicini e abbiamo un legame costruito su valori solidi, io stessa sto cercando di costruire qualcosa di grande ed eccitante e credo che le fondamenta di una relazione devono essere molto forti per sopravvivere. I mattoni sono un’ottima metafora per esprimere i miei valori e quello in cui credo.

Data la tua fervida immaginazione, come descriveresti a chi non lo conosce il mondo di Kate Nash?
Calmo, colorato, divertente, libero, quando ero una bambina tendevo ad essere insicura come succede a tutti ma non mi sono mai imbarazzata di niente, di fronte ad una situazione imbarazzante ho sempre riso. Adoro parlare con le persone e conoscerne di nuove. Mi piace tantissimo la storia e mi entusiasmo con molta facilità di fronte al nuovo, mi piace farmi sorprendere e spero che la mia musica faccia altrettanto.

Hai detto che ti piace la storia?
Sì, sono appassionata di politica inglese, a scuola annoiavo tutti per questo, ma mi piace conoscere i fatti sotto la giusta prospettiva, e così mi sono documentata suo doveri del Primo Ministro e mi piace molto anche il periodo vittoriano.

Una delle tue canzoni s’intitola Mariella, è un personaggio magnifico perchè s’incolla le labbra per non dover più parlare, chi l’ha ispirato?
Anche io amo Mariella è troppo cool non trovi? Purtroppo però è inventata, è che a volte sono troppo rumorosa e vorrei essere come lei. E’ stato il mondo di Tim Burton a ispirarmi questo personaggio innocente e inquietante come le creature che popolano i suoi film.

Qual’è stata la tua reazione quando l’album ha debuttato al primo posto in UK?
Confusa ed eccitata ho urlato: andiamo ad ubriacarci! Non pensavo di raggiungere la top ten figuriamoci il primo posto. Sono ancora sotto shock.

E’ difficile essere una donna nel music businness?
Sì. Il sessismo è ovunque in questa industria, lo immaginavo ma non a questi livelli. Siamo soffocate dagli uomini, ci sono meeting a cui possono presenziare solo uomini, tour il cui l’intero entourage è composto da uomini, io non sono contro gli uomini, la mia band è composta solo da ragazzi ma le persone che mi stanno intorno cercano sempre di mettermi in un angolo, di dirmi cosa devo fare e come devo farlo, non mi rispettano. Io so ragionare da sola e queste persone le pago per lavorare per me e voglio fidarmi di loro, sono una femminista e voglio scendere in prima linea, non ho nessun problema ad ammetterlo. Sia chiaro non sono anti-uomini sono pro-donne.

Ti senti addosso delle responsabilità per questo?
Sì, una certa responsabilità la avverto, voglio dire guardami non sono magra, non ho le tette grande, non sono una showwgirl, non sono perfetta, non mi ubriaco per poi mandare affanculo e sfottere le persone, sono semplicemente me stessa e voglio mostrare alle ragazze che ai miei concerti, ma anche nella vita, devono sentirsi libere e possono urlare, spogliarsi, saltare, piangere e ridere l’importante è che siano se stesse. Sto parlando di libertà e d’individualità, io non ho problemi con nessuno, se vuoi fare lo strano, lo stronzo, il gotico, il pazzo, fallo! basta che sei te stesso e non unificarti, non diventare come tutti quelli che si vestono da Topshop e H&M, anzi grida, suda, balla, sputa, non devi essere sempre carino per forza tutti abbiamo i nostri fottuti problemi, l’importante è saperci ridere sopra.

A proposito di non unificarsi, sembra che tu abbia una passione per i vestiti vintage, è così?
Amo il vintage, i vestiti, i materiali di cui sono fatti, le stampe, i colori, gli accessori carini, e non mi piace perdere tempo a scegliere quando entro in un negozio vedo subito quello che mi piace e lo compro.

Qual è la frase che dici più spesso?
Non ti sto mentendo. La uso sempre: “Non ti sto mentendo vorrei una fetta di cheesecake al cioccolato!”, “Non ti sto mentendo mi piacerebbe venire alla tua festa!” ovviamente mento sempre.

Hai qualche vizio?
Mi mangio le unghie e non sono capace di prendermi cura della mia pelle nonostante mia sorella sia estetista. Guarda adesso com’è ridotta la mia faccia a dormire su questo tour bus! Ma sono troppo pigra per pensarci.

Hai un sogno ricorrente?
Sì, io sono un piccolo fiore in un grande prato e ad un certo punto un enorme macigno mi cade addosso e mi schiaccia. Io mi sveglio spaventata.

Per finire consigliaci un disco:
Modest Mouse “We Where Dead Before the Ship Even Sank”

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