1 febbraio 2008

Ultra Orange & Emmanuelle


Gli Ultra Orange sono un duo rock francese formato dal musicista compositore Pierre Emery e dalla sua ragazza, la stylist Gil Lasage. Un giorno su un set cinematografico il fato fa incontrare a Gil la splendida Emmanuelle Seigner e tra le due scoppia una magica alchimia. Donna veramente sexy e attrice libera da ogni imposizione e scelta Emmanuelle ha sempre avuto l’attitudine da rockstar pur non avendo mai cantato, è impossibile toglierle gli occhi di dosso sia che sta recitando in un film o posando per una delle tante campagne moda che oggi la vedono protagonista. Oltre quest’alone hype che circonda Ultra Orange & Emmanuelle c’è però un bel disco, spontaneo, sexy, divertente che rende omaggio alla scena newyorkese degli anni ’60 di Velvet Underground e Nico spingendosi fino ai ’70 dei Blondie di Debbie Harry. Anni carichi d’eccessi e seduzione ed Emmanuelle sa padroneggiare entrambi.

Ciao Emmanuelle, avevi mai pensato di cantare prima d’ora?
Onestamente no! Questo progetto è iniziato per gioco, come fosse un divertimento tra amici, mi hanno chiesto di cantare una canzone e io l’ho fatto, ma in modo molto casuale accompagnata da una chitarra acustica a casa di Pierre. Poi è successo che la canzone è arrivata ad una casa discografica e da lì è partito tutto. Io e i ragazzi ci siamo incontrati due anni fa su un set cinematografico e col tempo siamo diventati molto amici, e credo che questo album è la coronazione di questa forte amicizia.

Che rapporto hai con la musica?
Ascolto rock’n roll da quando sono una teenager: Iggy Pop, Nirvana, David Bowie, Rolling Stone sono i gruppi che amo, la loro musica ha scandito la mia vita, ne hanno fatto parte, ma non mi sono mai immaginata di poter fare del rock in prima persona.

La caratteristica principale del disco è che è molto spontaneo, sembri veramente a tuo agio anche se non hai mai pensato di fare la rockstar. E’ stato un processo naturale per te entrare in questo progetto?
Grazie, hai detto una cosa molto carina, ero perfettamente a mio agio durante le registrazioni che sono state fatte per la maggior parte in una grande casa a Maiorca, che è la mia e quindi ero nel mio ambiente. Ho cantato sdraiata sul letto, saltandoci sopra, in giardino, è un album nato in armonia, in famiglia senza costrizioni dettate dal mercato per questo suona così libero.

In quale modo pensi che la tua figura abbia influenzato la musica degli Ultra Orange?
E’ Pierre che ha composto la musica, i testi e ha prodotto l’album, ma li ha composti pensandomi, un giorno è arrivato sul set di un film inglese che stavo girando dicendomi che aveva scritto un pezzo per me e che avrei dovuto cantarlo. Fidandomi del suo istinto e del nostro rapporto ci ho provato. Noi tre siamo molto simili, ascoltiamo la stessa musica, e abbiamo lo stesso punto di vista su tutto, non avevo mai conosciuto nessuno così affine a me.


Sei un’attrice e ora anche una cantante, ma quando canti dal vivo interpreti un ruolo o sei tu stessa?
E’ ovvio che per me è come interpretare un ruolo, la differenza è che sono libera di fare quello che voglio perché non c’è nessuno a dirigermi e quando interpreti un film dipendi sempre dal tuo personaggio. E’ un ruolo che sento molto mio. Credo che sia la cosa più vicina a me stessa che abbia mai fatto oltre ad aver recitato in Frantic che fu scritto apposta per me.

Onestamente ho sempre pensato a te come ad una rockstar, se un giorno ti proponessero di girare un film biografico sulla storia di una rock band sceglieresti di interpretare Debbie Harry dei Blondie o Kim Gordon dei Sonic Youth?
Onestamente Debbie Harry, so che i Sonic Youth hanno un’ottima reputazione ma non mi sono mai avvicinata alla loro musica mentre Blondie la sento molto più vicina al mio stile e la seguo da sempre.

Come ti sei sentita la prima volta sul palco con gli Ultra Orange?
Ero spaventata come non lo sono mai stata in vita mia e allo stesso tempo eccitata. Oggi che ho fatto già quindici date sono molto orgogliosa di me stessa e mi diverto moltissimo sul palco. Dal vivo facciamo circa quindici pezzi tra cui alcune cover come I’m Sick Of You dei The Stooges, mi sono accorta che tendo a cantare solo canzoni maschili, è difficile per me riuscire a relazionarmi con cantanti femmine. Sono sempre stata un maschiaccio!

Al momento sei protagonista di numerose campagne fashion, come Moschino e Celine, quale stilista senti più vicino al tuo stile?
Ti sei dimenticato GAP! (ride fragorosamente n.d.g.) Non potrei mai scegliere un solo stilista, ce ne sono molti che mi piacciono e credo che ognuno abbia un talento da apprezzare, io amo la moda fa parte del sogno.

Cosa pensa tuo marito Roman Polansky della tua musica?
Mi ha sempre supportato e poi è stato il primo ad apprezzare la mia attitudine rock’n roll, mi ha sempre detto “Tu sei nata rockstar!” Ti ricordo che abbiamo chiamato nostro figlio Elvis.

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