14 novembre 2008

The Guillemots


Nel 2006 Trough the Windowpane, album d’esordio degli inglesi Guillemots fece sognare ben più di una persona, con inaspettate atmosfere eteree, spazi aperti, spiagge brasiliane e i tramonti. Oggi l’atteso seguito Red farà risvegliare bruscamente chi stava ancora sognando. I Guillemots aprono gli occhi, lasciano la malinconia da parte e si abbandonano alla vita, scoprendo di voler farci ballare, cantare, saltare, denudare, attraverso un mondo caleidoscopico fatto di suoni e visioni in cui predomina il colore rosso. Aristazabal Hawkes splendida bassista e unico elemento femminile della band di Birmingham ha fatto due chiacchiere con Hot.

Il Rosso è un colore che determina uno stato di allerta, sulla copertina del disco c’è un enorme gomitolo rosso che potrebbe essere anche visto come un pianeta, cosa volevate esprimere intitolando l’album Red?
Volevamo sottolineare tutti i segni d’allarme che ogni giorno ci troviamo di fronte, il momento storico che stiamo attraversando non potremmo certo definirlo bianco. La politica, la società, il clima, è tutto uno stato d’allerta.

Quindi non è un caso se Kriss Kross il pezzo che apre l’album comincia con una sirena e continua con un ritmo drammatico e incisivo?
No l’abbiamo messa come prima canzone intenzionalmente, questo brano però è stato registrato in una sinagoga, senza luce, senza riscaldamento, forse anche questa condizione ha contribuito alla dramamticità del pezzo. Ci stavamo congelando il culo!

Il vostro album di debutto era cinematico, sognante e romantico, il nuovo invece al primo ascolto è spiazzante, ci sono più chitarre, sintetizzatori e anche canzoni ballabili. Cosa ha determinato questa virata pop?
Trough the Windowpane era essenzialmente un album scritto da Fyfe (Dangerfield il cantante n.d.g.), quando siamo entrati in studio era tutto pronto, Fyfe aveva già chiaro in mente cosa fare e noi lo abbiamo seguito. Per Red invece ognuno ha contribuito alla stesura dei pezzi, Greig il nostro batterista in questi due anni ha raccolto un sacco di beats e di sample nel suo laptop che sono stati il nostro punto di partenza, ci siamo sentiti una vera band per la prima volta, improvvisavamo sopra questi beats mentre Fyfe scriveva i pezzi sul momento e dava suggestioni. Non siamo persone a cui piace ripeterci non avremmo mai fatto un album sognante #2.

Ho letto che avete usato strani strumenti per registrare le percussioni, me ne parli?
Abbiamo usato qualsiasi cosa trovavamo in giro, tacchi di scarpe, bottigliette, giocattoli, con il primo album tutti ci prendevano tutti troppo sul serio, ci facevano domande tipo: quali sono i vostri jazzisti preferiti?, Questa volta avevamo voglia di divertirci e ti assicuro che è stato così, nonostante gli up and down emotivi da studio.

Ma io mi riferivo allo strumento che cattura le onde sonore dei pipistrelli…
Oh sì! Fyfe ha portato in studio un “bat detector” in grado di percepire suoni che l’orecchio umano non sente. Lo abbiamo usato in Big Dog è stato molto strano perché le frequenze che questo strumento emetteva erano a tempo con il pezzo, sembrava in grado di seguire la nostra musica. Nella stessa canzone c’è anche il suono del motore di un camion convertito in un beat.

Get Over It è uno dei pezzi in cui si sente maggiormente il vostro cambiamento. Per questo lo avete scelto come primo singolo?
Anche per questo e perché è un bel pezzo, all’inizio era meno moderno e aveva un appeal più ‘60s, se lo ascolti attentamente puoi ancora sentirlo, solo che puoi ballarci sopra. Come ti ho detto abbiamo improvvisato molto, infatti Kriss Kross, Get Over It, Last Kiss sono tutte canzoni nate in questo modo.

Potrei descrivere Red come la tempesta dopo la calma?
Assolutamente! Volevamo creare un album in cui ogni canzone suonasse diversa, e non un disco in cui dopo aver ascoltato tre brani capisci subito come sarà il resto. Oggi con la iPod generation è difficile che qualcuno compri un album intero, tutto funziona a pezzi, noi abbiamo cercato di fare un album composto da pezzi che potrebbero essere tutti singoli. Volevamo fare un grande album fatto di canzoni pop da potersi ascoltare sia di giorno come sottofondo alla quotidianità che di sera per divertirsi sparato a tutto volume.

Nessun commento: