23 maggio 2010

THESE NEW PURITANS



A palace where corridors and rooms follow one another and intersect in a tangle of spaces that can make you lose your direction completely and where it is difficult to enter and almost impossible to get out. It's not by chance that on the cover of Hidden, the new chapter of These New Puritans, there's the map of a labyrinth, a concept of construction related to the medieval age and handed on to us through the legend of Daedalus, Minos and the Minotaur, an era which deeply imbues this album. The four members of the band from Southend-on-Sea don't even sound the same anymore, so much this album is complicated and immense, full of trumpets, horns, deep medieval choirs, synthetic sounds and claustrophobic melodies, sinister and repetitive, that confuse and daze the listener, who will wander aimlessly in the dark.
History, its mythologies and the architectural structures have always been a clear passion as from their debut album, Beat Pyramid, for TNPS. The Barnett brothers, Jack, mind and voice, and George, drummer and model as well as muse of Hedi Slimane, who discovered them and asked them to write the music for the Dior Homme f/w 2007-08 show. The song “Navigate, Navigate” is now quite a rare 12” collector's item. Everyone awaits the release of Hidden with anticipation and Jack tells us how it all started.

What are the ideas on which the creative process of Hidden is based?

I got this idea of combining the same kind of production of a Britney Spears song with all those that can be considered as the values of the English music. I know it's a kind of idea that might seem confused and even impossible, but I think the outcome is just this. I would call it an album with a mixed technique.
As a matter of fact the outcome isn't quite something you catch on the first listening. You've got to listen to Hidden a few times to get into it and understand its nature, do you agree?

To be honest not quite, maybe because I created it myself but to me it's a rather immediate work, in fact I reckon it's even more accessible than Beat Pyramid. There're lots of little references in each song that make it lighter, more direct.
Your brother plays the drums. Percussions play indeed a leading role in this album. What's your point of view?

It's true, we've been listening to a lot of instrumental japanese music made just with percussions and drums, we wanted the sound of this album to be as huge as possible and percussions helped us getting to it.

The songs are very emotional, there's a sense of urge and fear flowing in each track. What did you want to tell us?

We originally intend to record a very aggressive album, actually it was meant to be called “Attack Music”, which is the title of one of the tracks but then, while we were developing it, it turned into a more intimate and melancholic album. It really was unintentional.

How was working with a children choir?

Great fun! Children are very adaptable, to them everything is a game. It's been fun to see these innocent children singing very confidently songs about attacks and violence. For us it was even a bit surreal, but as I'm a great medieval music fan, I thought it was the best way to recreate that kind of obscurity made with lightness.

There're so many sounds in Hidden. Did you use some common object to create uncommon sounds?

Yes, there's the sound of a melon struck by a hammer which recreates the sound of a head being smashed, but also the sound of chains, of noises caught on a camera and then put on tape, which comes out as an incredible futuristic effect.
What about your connection with the world of fashion, what are you attracted to?

It's stimulating, but for us it's just a way to keep on publishing our music.

Un palazzo in cui i corridoi e le stanze si susseguono e si intersecano creando un groviglio di spazi capace di far perdere completamente l'orientamento rendendo difficile l'accesso e quasi impossibile l'uscita. Non è un caso che sulla copertina di Hidden, nuovo capitolo dei These New Puritans vi sia posta la piantina di un labirinto, concetto di costruzione legato all’eta medievale e tramandato dalla leggenda di Dedalo, Minosse e il Minotauro, periodo storico di cui questo disco è intriso. I quattro di Southend-on-Sea non sembrano nemmeno più gli stessi per quanto complicato e immenso suona questo disco, ricco di trombe, corni, cupi cori medioevali, suoni sintetici e melodie claustrofobiche, sinistre e ripetitive che confondono e stordiscono l’ascoltatore che si troverà a vagare senza meta nell’oscurità. La storia, le sue mitologie e le strutture archittettoniche sono sempre state una passione evidente sin dal debutto Beat Pyramid per i TNP. I fratelli Harnett, Jack la mente e la voce del gruppoe George batterista e modello, musa di Hedi Slimane che li ha scoperti affidando loro il compito di comporre la musica per la sfilata Dior Homme f/w 2007-08 che è poi diventata Navigate Navigate oggi un 12” da collezione introvabile. Sempre alla maison Dior Homme i TNP hanno dato in esclusiva We Want War per la sfiltata S/S2010 un assaggio di questo nuovo album Hidden. Jack ci racconta come è nato.

Quali sono le idee alla base del processo creativo di Hidden?
Avevo quest’idea di unire lo stesso tipo di produzione che può avere una canzone di Britney Spears e di unirla con tutti quelli che sono i valori della musica inglese. Lo so che è un’idea che può sembrare confusa e anche impossibile ma credo che il risultato sia proprio questo. Lo definirei un album a tecnica mista.

In effetti il risultato non è molto da primo ascolto, bisogna ascoltare più volte Hidden prima di riuscire ad entrarvi e capire la sua natura, sei d’accordo?
A dire la verità non molto, forse perché io stesso l’ho creato ma per me è un lavoro piuttosto immediato, credo addirittura sia più accessibile di Beat Pyramid. Ci sono un sacco di piccoli riferimenti in ogni canzone che lo rendono più leggero, più diretto.
Tuo fratello suona la batteria infatti le percussioni in questo album hanno un leading role, qual’è il tuo punto di vista?
E’ vero, abbiamo ascoltato un sacco di musica strumentale giapponese fatta solo con percussioni e batteria, volevamo che il suono di questo album fosse quanto più grande possibile e le percussioni ci hanno aiutato ad ottenere questo risultato.

Le canzoni sono molto emozionali, c’è un senso di urgenza e di paura che scorre in molte tracce, cosa volevate comunicare?
La nostra idea originaria era quella di fare un disco molto aggressivo infatti doveva intitolarsi Attack Music che è il titolo di una delle tracce ma poi nel suo sviluppo ha preso una svolta più intima e malinconica, è successo senza premeditazione.

Com’è stato lavorare con un coro di bambini?
Molto divertente! I bambini si adattano a tutto, per loro qualsiasi cosa è un gioco è stato divertente vedere questi bambini innocenti cantare testi che parlavano di attacchi e violenza con totale disinvoltura. Per noi è stato anche un po’ surreale, ma essendo un appassionato di musica medievale ho trovato fosse il modo migliore per ricreare quel tipo di cupezza fatta con leggerezza.

Ci sono tantissimi suoni in Hidden, avete usato qualche oggetto comune per creare strane sonorità?
Sì, c’è il suono di un anguria rotta da un martello che ricrea il suono di una testa che si spacca, ma anche delle catene, dei rumori catturati con una telecamera e poi riversati su nastro, ne esce un effetto futuristico incredibile.

Cosa mi dici della vostra connection con il mondo fashion, cosa vi attrae?
E’ stimolante, ma per noi è solo un mezzo per poter continuare a pubblicare la nostra musica.